Se si parla di Nikka bisogna partire dal 1894 anno di nascita di Masataka Taketsuru, considerato il padre dei whisky giapponesi, nasce in una famiglia di produttori di sakè e dopo aver studiato chimica ha il sogno di imparare la distillazione del whisky, quindi nel 1918 si imbarca per la Scozia dove lavora in tre diverse distillerie. Nel 1920 ritorna in patria con una maggior conoscenza della distillazione e una moglie Rita Cowan. Purtroppo al rientro in patria la Settsu Shuzo società che avrebbe dovuto intraprendere l'avventura con lui nel mondo del whisky lo lascia a piedi. Nel 1923 una nuova società si interessa al suo progetto la Kotobukiya Limited conosciuta in seguito come Suntory gli affida la costruzione della prima distilleria di whisky in Giappone nota come Yamazaki. Continua i suoi progetti e affina le tecniche di distillazione fino al 1934 quando costruisce la sua prima distilleria di proprietà, grazie a dei finanziatori conosciuti dalla moglie, nella regione dell'Hokkaido con il nome di Yoichi. si trasferisce in questa regione anche se distante dal cuore del giappone in quanto il clima ricorda a Masataka la Scozia. Qui inizia la produzione con un impianto sperimentale progettato interamente da lui. Il primo Whisky vede la sua commercializzazione nel 1940 con il nome Nikka Whisky ovvero l'abbreviazione di Nippon Kaju e nel 1952 anche l'azienda prese questo nome.
From the Barrel è un blended nato dall’unione di Yoichi, Miyagiko e da un terzo whisky sempre di Nikka, il Coffey Grain, che una volta formato viene messo a riposare in botte e poi così imbottigliato direttamente.
Corre voce che alla composizione del blend abbia partecipato anche Ben Nevis, una distilleria scozzese sempre di proprietà del gruppo Nikka, una voce comunque non confermata ufficialmente. La bottiglia da 50 cl a parallelepipedo ricorda quella di certe essenze in profumeria e il packaging in cartone nero è in perfetto stile giapponese.
Alla vista appare di un bellissimo giallo dorato e al naso si esprime su note floreali tra le quali possiamo ricordare il lillà, che lasciano spazio a sentori fruttati, albicocca secca, e sul finire una leggera e interessante speziatura con un richiamo anche al cuoio e una leggera nota iodata All'assaggio si conferma potente e intenso con un perfetto richiamo delle note avvertite al naso.
Insomma conferma che i titoli vinti nella categoria miglior Blended Whisky della World Whiskies Award, non sono arrivati per puro caso.